Filippine – Il Fiume Sotterraneo di Puerto Princesa
fiume-sotterraneo-sabang-filippine

Il Fiume Sotterraneo di Puerto Princesa

Una delle esperienze più entusiasmanti del mio viaggio nelle Filippine è stata sicuramente la navigazione in canoa del fiume sotterraneo di Puerto Princesa a Sabang!

Sabang Boat terminal

Tutto ha inizio dal Sabang Boat terminal, un piccolo porto dell’Isola di Palawan affacciato su un mare color smeraldo affollato di Bangka, le tradizionali barche filippine con bilanciere. A fare da cornice, verdi colline ammantate di foschia.

Con infradito, zainetto impermeabile e l’inseparabile giubbotto salvagente salpiamo con una delle tante Bangka verso la spiaggia che ci darà accesso al mondo sotterraneo.

Immaginate il contesto: grandi falesie carsiche a strapiombo sul mare rivestite dove possibile dalla lussureggiante vegetazione pluviale. Un mare verde smeraldo a lambire dolcemente degli spicchi di spiaggia bianchissima intercalate dalle mangrovie e dalle rocce. Un panorama paradisiaco!

Verso la grotta

Una volta approdati, lasciamo alle nostre spalle il mare e ci addentriamo nella foresta. Il sentiero è breve e avanziamo lenti e silenziosi. Ci fanno compagnia tantissimi animali e insetti curiosi. L’animale più audace? Una affamatissima scimmietta! La foresta si apre di fronte ad un piccolo bacino d’acqua, siamo finalmente arrivati sulle sponde del fiume sotterraneo dove ci attendono piccole canoe e, sull’altro versante, la grotta d’accesso!

Riceviamo un casco per proteggerci il capo e degli auricolari per ascoltare un audio preregistrato. L’escursione verrà fatta in silenzio e nel buio quasi totale, ci intrufoleremo quasi di soppiatto per non turbare i delicati equilibri di un mondo di cui non facciamo parte. Ci chiedono insomma di essere dei diligenti spettatori. L’unica luce sarà sul capo della persona che condurrà la canoa per tutto il percorso.

Il fiume sotterraneo

L’intero tragitto percorribile in grotta è di circa 10 km ma per via del livello dell’acqua lungo il percorso, ne faremo circa 4 km. All’inizio il buio è spiazzante, passiamo dalla luce del sole alla sua totale assenza in meno di un minuto. Chi rema, ha il compito di illuminare le formazioni carsiche che l’audio di volta in volta ci illustra, ci mettiamo un po’ a adattarci, poi è una scoperta dietro l’altra. La grotta ci sorprende con forme e dimensioni e vuoti che non avremmo mai immaginato. Ogni ansa è differente e più ci addentriamo più capiamo quanto sia popoloso questo ecosistema!

Gli animali e i suoni

Gli animali più evidenti anche se è impossibile metterli a fuoco, sono i pipistrelli. Sono tanti e, un po’ spaventati dal nostro passaggio, in frenetico volo da una camera all’altra della grotta. Li percepiamo volteggiare grazie agli spostamenti d’aria, li immaginiamo nei loro percorsi una volta fuori dal raggio di luce della guida, mentre altri, imperterriti, ci guardano appollaiati a testa in giù dalle pareti di roccia. Ad un certo punto, mi stanco di sentire tutti i nomi delle stalattiti e stalagmiti dati alle formazioni! Potevo immaginare presepi, cattedrali, figure umane solitarie e assembramenti. Non ci avevo proprio pensato. In un attimo ho sentito tutte le centinaia di piccole gocce d’acqua che cadevano dalle rocce, tutti i richiami dei pipistrelli, tutti i lievi sciabordii dell’acqua lungo la canoa. E’ stata un’esplosione di suono che non mi aspettavo.  È stato magnifico. Come se qualcuno avesse acceso la luce che mancava e avesse illuminato il colore che non riuscivo a cogliere. Il resto dell’escursione l’ho vissuta come un sogno, non riuscivo a credere di aver assistito in prima persona ad uno spettacolo così naturale e ancora integro. Ma senza quel suono sarebbe stato uno spettacolo a metà!